Il tema L'oro nero dell'Isis

di Cristina Giordano

Il contrabbando di petrolio sarebbe una delle fonti di finanziamento dello Stato Islamico. Ma chi sono i compratori? E quali vie percorre il mercato illegale di greggio?


Erdöl, Symbobild
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I terroisti dell'Isis si finanziano con la vendita in nero del petrolio


L’Isis, grazie ai pozzi di petrolio conquistati in Siria orientale e in Iraq, secondo le stime riportate dal Financial Times, produrrebbe quotidianamente dai 34mila ai 40mila barili di greggio, intascando così un milione e mezzo di dollari al giorno. È questa una delle fonti principali di autofinanziamento dello Stato Islamico, accanto ai sequestri di persona, alle laute donazioni di ricchi imprenditori dell’area del Golfo, al traffico illegale di opere d’arte e ad una minima tassazione.


Ma chi sono i compratori disposti a comprarsi il greggio illegale? “Acquistano petrolio dall’Isis più o meno tutti, soprattutto i paesi Europei, anche senza averne la consapevolezza” dichiara ai microfoni di Giusi Valentini, Germano Dottori. Il docente di Studi strategici alla Luiss di Roma aggiunge inoltre che il petrolio arriverebbe in Europa attraverso la Turchia, dove si troverebbero delle raffinerie pronte a mischiare il petrolio illegale a quello legale, rendendone impossibile la tracciabilità.


Stand: 17.11.2015, 19.56 Uhr



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