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Covid: la pandemia è finita, perché vaccinarsi? COSMO italiano 27.09.2023 16:46 Min. Verfügbar bis 26.09.2024 COSMO Von Filippo Proietti


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Covid: la pandemia è finita, perché vaccinarsi?

Stand: 27.09.2023, 16:14 Uhr

di Filippo Proietti, Enzo Savignano e Cristina Giordano

Il virus con l’arrivo dell’autunno ha ripreso a circolare con nuove varianti più contagiose. In Germania il Robert Koch Institut monitora la situazione sull’andamento dei contagi e consiglia un richiamo di vaccino per anziani e persone fragili: il punto di Enzo Savignano. Poi uno sguardo all’Italia e al long covid, ne abbiamo parlato con il professor Gianfranco Parati, cardiologo e direttore Scientifico di Auxologico.

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Il ministro della Salute Lauterbach durante la sua ultima vaccinazione contro il Covid

In Germania contagi in aumento

L’organizzazione mondiale della sanità ha acceso i riflettori sulla variante del virus “Eris” o EG5, considerata non pericolosa ma da monitorare. Nel senso che, come se non più di altre varianti, sembra essere molto contagiosa e quindi in grado di diffondersi molto velocemente e soprattutto risulta essere una mutazione in grado di superare più facilmente le difese immunitarie che la maggior parte di noi ha sviluppato nel corso della pandemia, o perché si è vaccinato due o più volte o anche perché, avendo contratto il virus, ha comunque sviluppato delle difese nei confronti della maggior parte delle varianti.

Eris contagiosa ma non pericolosa

Preoccupa la capacità di diffondersi e contagiare di Eris, ma non la sua virulenza perché anche in questo caso si parla di sintomi simili ad un raffreddore, con infezione più o meno acuta alle vie respiratorie superiori perdita per qualche giorno di olfatto e gusto, temperatura o febbre alta. Anche in questo caso le persone più anziane e in generale sopra i 60 anni o a rischio, devono tutelarsi. Ecco infatti che anche in Germania sono pronte le dosi di vaccino Biontech/Pfizer e Moderna efficaci contro questa nuova variante. Da inizio settembre è possibile per queste persone vaccinarsi dal medico di famiglia. Per ora non si parla di obbligo vaccinale per medici e personale sanitario.

Gli ultimi dati del Robert Koch Institut

L’ultimo bollettino relativo all’ultima settimana non è allarmante. L’incidenza settimanale relativa agli ultimi 7 giorni è di 9 contagi su 100.000 al livello federale, la più alta è stata registrata in Sassonia Anhalt con 12 contagi settimanali, la più bassa qui nel Nord Reno Westfalia con 7 contagi settimanali.

Cosa dobbiamo aspettarci per l’autunno e l’inverno

Secondo la maggior parte degli esperti sicuramente ci sarà un aumento dei contagi anche in concomitanza del diffondersi dell’influenza stagionale, il cui picco è previsto con l’inizio dell’inverno. Ma molti medici e studiosi ricordano che ormai l’obiettivo a livello sanitario riguardo al Covid non è più cercare di limitare un aumento esponenziale delle infezioni, bensì limitare i casi gravi della malattia da Covid che prevedono ricoveri ospedalieri.

Per ora nessuna misura straordinaria in Germania

Non ci sono indicazioni a riguardo: al momento l’incidenza dei contagi ma anche dei ricoveri negli ospedali tedeschi non desta alcuna preoccupazione. Non c’è più alcun obbligo di mascherina nei luoghi pubblici o sul posto di lavoro. In caso dovesse essere accertata la positività ad un test anti-covid e soprattutto nel caso si dovessero sviluppare sintomi anche lievi, il Robert Koch Institut consiglia di restare a casa per alcuni giorni fino alla remissione completa dei sintomi. Se si sospetta di aver contratto il virus, inoltre, è sempre consigliabile indossare una mascherina FFP2 soprattutto se si svolgono attività o si lavora a contatto con persone anziane o fragili.

Il Long Covid in Germania

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Una paziente affetta da long covid in cura presso una clinica di Berlino

Il Robert Koch Institut e in generale esperti in Germania hanno approfondito e studiato la sindrome del Long Covid. Questa sindrome clinica, che ricordiamo come dice la parola stessa consiste nello sviluppare una sintomatologia da Covid prolungata nel tempo, della durata minimo di quattro settimane ma che può protrarsi anche per mesi, sembra che in Germania, sempre secondo studi e stime del Robert Koch Institut, riguardi al momento almeno 1 milione di persone. Altri dati sostengono che almeno il 10% delle persone che hanno sofferto sintomi da infenzione da Covid abbastanza rilevanti come febbre alta e tosse ha poi sviluppato la sindrome da Long Covid. Questa sindrome tra l’altro colpisce quasi allo stesso modo sia anziani che più giovani, e i bambini. In Germania si stanno ancora effettuando studi clinici per comprendere le cause e gli effetti di questa sindrome per poter anche sviluppare nuovi medicinali per curarla.

La situazione in Italia

Si sta registrando un aumento costante  ma non particolarmente preoccupante dei contagi. Nella settimana tra il 14 ed il 20 settembre secondo l’ultimo bollettin, in una settimana sono stati 36.102, il 17,3% in più rispetto alla settimana precedente, 117 i morti contro i 99 della settimana precedente. Bisogna anche ricordare che stanno aumentando sensibilmente il numero dei tamponi effettuati.

In Italia nei bollettini si dà come nel corso della pandemia più importanza al numero dei contagi, mentre in Germania il dato che il Robert Koch Institut e le autorità amministrative del Paese ritengono più importanti è quello dell’incidenza settimanale su 100mila abitanti. Inoltre in Italia, oltre alla variante Eris ormai dominante, si è affacciata anche l'ennesima nuova variante: Pirola, che secondo gli esperti è immunoevasiva, ossia sa camuffarsi bene per confondere il nostro sistema immunitario.

“Le nuove varianti hanno dimostrato di rispondere abbastanza al vaccino modificato e va sottolineato che finora sono varianti che non hanno determinato casi gravi”, sottolinea il professor Gianfranco Parati, cardiologo e direttore scientifico dell'Auxologico, fondazione no profit riconosciuta come Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico di Milano. Parati si è occupato anche di Long Covid, come ci spiega nell'interivsta e consiglia di vaccinare solo le categorie a maggiore rischio.